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Non è un suffragio universale, ma poco ci manca. I ragazzi di HSR hanno inequivocabilmente dimostrato la contrarietà - propria e dei coetanei intervistati - a far affrontare agli studenti liceali i test di ammissione universitaria prima della fine dell'iter scolastico. Due i motivi: 1) I test distolgono l'attenzione dagli esami di maturità; 2) Gli studenti dei licei sono chiamati a rispondere a domande anche di programma non trattato, determinando una discriminante rispetto agli altri candidati.
Assolutamente bocciati i test ad aprile da parte del corpo docente: tutti i professori ascoltati hanno palesemente espresso il proprio risentimento anche professionale, considerato che l'impegno dedicato alla preparazione dell'ammissione universitaria determina ulteriori giorni di assenza, con inevitabile rallentamento della preparazione viceversa dovuta per gli esami di Stato. Questo - dicono gli insegnanti - incide non solo sul rendimento dei ragazzi, ma anche sulla valutazione complessiva che gli esaminatori esterni possono avere nei confronti di chi li ha preparati.
In ultimo, bocciata anche l'iposesi di un anno aggiuntivo di liceo ad indirizzo, in modo da agevolare l'eventuale scelta universitaria. Stare un anno in più a scuola non piace praticamente a nessuno, senza però considerare che una volta usciti dall'ambito scolastico tutti gli studenti vanno immediatamente ad ingrossare il numero dei disoccupati e questo a prescindere dalla scelta di proseguire o meno gli studi, spesso privi di un orientamento preventivo in grado di agevolerne il cammino (le conseguenze si traducono nei successivi cambi di indirizzo o totale abbandono degli studi).